#SelfieadArte

Che palle! (Martin Creed - Half the air in a given space 2013)
20 Dic

Che palle! (Martin Creed - Half the air in a given space 2013)

Diventato Museo di riferimento in ambito nazionale ed internazionale anche dell’arte contemporanea, il Chiostro del Bramante parte da questi presupposti per la mostra che propone fino al 25 febbraio 2018. Si chiama Enjoy e ha per sottotitolo l’Arte incontra il divertimento: locuzione emblematica che vuole indicare non solo una diversa modalità di vivere l’arte, ma soprattutto dare “spazio e spazialità” alle opere di artisti di acclarata fama. Infatti molti lavori sono site specific, pensati e costruiti dagli artisti ospiti proprio per gli ambienti del Chiostro la cui organizzazione – che fa capo a DART – aggiunge alla creatività dell’esposizione un notevole sforzo produttivo proponendo opere inedite.
Attraverso i linguaggi e le poetiche di alcuni tra i più importanti e provocatori protagonisti dell’ arte contemporanea lo spettatore può vivere una vera e propria esperienza.
Talvolta infrangere le regole non significa trasgredire, ma ampliarne i confini.  Una regola che il Chiostro del Bramante persegue da tempo nelle sue linee programmatiche, proponendo mostre fuori dagli schemi delle convenzioni espositive, dove l’originalità del percorso sta alla base del progetto ideativo.
“La dimensione del piacere, del gioco, del divertimento, dell’eccesso – afferma Danilo Eccher, curatore della mostra – sono sempre state componenti centrali dell’Arte; l’Arte sprofonda nel dolore ma si nutre di piaceri ed è sempre una danza di contrasti. L’illusione è una trasparenza che deforma la realtà, un’apparenza sottile dove tutto è possibile, suggerendo ora il dubbio dell’enigma, ora il sorriso della sorpresa”.

Martin Creed "Half the air in a given space" 2013
L'opera consiste in una sala riempita per metà da palloncini pieni di aria - che simbolicamete sottraggono ossigeno all'ambiente - dove la presenza del visitatore diventa intenzionalmente parte dell'istallazione stessa. La scelta del palloncino non è quindi casuale, e anche se per un verso si caratterizza come una sorta di trigger (scherzetto), finalizzato a rinnovare modalità di rapportarsi all'arte, dall'altro diviene uno strumento necessario nelle mani dell'artista per rendere visibile un elemento invisibile come l'aria.

Spaccata di casa (Studio 65 - Mickey dei sogni 2015)
20 Dic

Spaccata di casa (Studio 65 - Mickey dei sogni 2015)

Diventato Museo di riferimento in ambito nazionale ed internazionale anche dell’arte contemporanea, il Chiostro del Bramante parte da questi presupposti per la mostra che propone fino al 25 febbraio 2018. Si chiama Enjoy e ha per sottotitolo l’Arte incontra il divertimento: locuzione emblematica che vuole indicare non solo una diversa modalità di vivere l’arte, ma soprattutto dare “spazio e spazialità” alle opere di artisti di acclarata fama. Infatti molti lavori sono site specific, pensati e costruiti dagli artisti ospiti proprio per gli ambienti del Chiostro la cui organizzazione – che fa capo a DART – aggiunge alla creatività dell’esposizione un notevole sforzo produttivo proponendo opere inedite.
Attraverso i linguaggi e le poetiche di alcuni tra i più importanti e provocatori protagonisti dell’ arte contemporanea lo spettatore può vivere una vera e propria esperienza.
Talvolta infrangere le regole non significa trasgredire, ma ampliarne i confini.  Una regola che il Chiostro del Bramante persegue da tempo nelle sue linee programmatiche, proponendo mostre fuori dagli schemi delle convenzioni espositive, dove l’originalità del percorso sta alla base del progetto ideativo.
“La dimensione del piacere, del gioco, del divertimento, dell’eccesso – afferma Danilo Eccher, curatore della mostra – sono sempre state componenti centrali dell’Arte; l’Arte sprofonda nel dolore ma si nutre di piaceri ed è sempre una danza di contrasti. L’illusione è una trasparenza che deforma la realtà, un’apparenza sottile dove tutto è possibile, suggerendo ora il dubbio dell’enigma, ora il sorriso della sorpresa”.

Studio 65 "Mickey dei sogni" 2015
La poltrona di Topolino. I comics entrano nella quotidianità a rappresentare, con ironia, il simbolo del potere domestico, il tronetto del padrone di casa. La poltrona diventa gigante e ti invita a sederti per ritrovarti bambino, anche nel rapporto dimensionale. Questa poltrona è magica, ha il potere di risvegliare il bambino che in te è assopito, e lui ti farà ritrovare l coraggio di ricominciare a sognare, di credere nei tuoi sogni e di lottare per realizzarli.

Sotto protezione (Erwin Wurm - NewYork police cap gold 2010)
20 Dic

Sotto protezione (Erwin Wurm - NewYork police cap gold 2010)

Diventato Museo di riferimento in ambito nazionale ed internazionale anche dell’arte contemporanea, il Chiostro del Bramante parte da questi presupposti per la mostra che propone fino al 25 febbraio 2018. Si chiama Enjoy e ha per sottotitolo l’Arte incontra il divertimento: locuzione emblematica che vuole indicare non solo una diversa modalità di vivere l’arte, ma soprattutto dare “spazio e spazialità” alle opere di artisti di acclarata fama. Infatti molti lavori sono site specific, pensati e costruiti dagli artisti ospiti proprio per gli ambienti del Chiostro la cui organizzazione – che fa capo a DART – aggiunge alla creatività dell’esposizione un notevole sforzo produttivo proponendo opere inedite.
Attraverso i linguaggi e le poetiche di alcuni tra i più importanti e provocatori protagonisti dell’ arte contemporanea lo spettatore può vivere una vera e propria esperienza.
Talvolta infrangere le regole non significa trasgredire, ma ampliarne i confini.  Una regola che il Chiostro del Bramante persegue da tempo nelle sue linee programmatiche, proponendo mostre fuori dagli schemi delle convenzioni espositive, dove l’originalità del percorso sta alla base del progetto ideativo.
“La dimensione del piacere, del gioco, del divertimento, dell’eccesso – afferma Danilo Eccher, curatore della mostra – sono sempre state componenti centrali dell’Arte; l’Arte sprofonda nel dolore ma si nutre di piaceri ed è sempre una danza di contrasti. L’illusione è una trasparenza che deforma la realtà, un’apparenza sottile dove tutto è possibile, suggerendo ora il dubbio dell’enigma, ora il sorriso della sorpresa”.

Erwin Wurm "NewYork police cap gold" 2010
Fa parte delle One Minute Sculpture, opere che ridefiniscono il significato di scultura e amplificano il valore della percezione del pubblico, che diviene strumento finalizzato alla creazione dell'opera d'arte. Il pubblico è quindi invitato tramite le precise istruzioni dell'artista a interagire con gli oggetti, diventando  co-creatore dell'opera e esso stesso opera vivente.

 

Patchwork Ball (Matteo Nasini - Le cose non crescono al buio 2012)
15 Dic

Patchwork Ball (Matteo Nasini - Le cose non crescono al buio 2012)

L’arte torna protagonista a Palazzo Fiano, splendido edificio quattrocentesco nel cuore di Roma e sede del gruppo Hdrà, che metterà a disposizione le sale di rappresentanza per il progetto a cura di Valentina Ciarallo, in un percorso espositivo con opere di Giovanni De Cataldo, Stanislao Di Giugno, Davide Monaldi, Matteo Nasini e Guendalina Salini.
Obiettivo finale dell’iniziativa è quello di sostenere l’arte contemporanea italiana e costruire, anno dopo anno,  una collezione permanente del gruppo. L’opera che vincerà il Premio “L’Arte che Accadrà 2017” sarà acquistata da Hdrà. A decidere, come lo scorso anno, sarà una giuria composta dai 140 dipendenti che per due mesi saranno a stretto contatto con le opere d’arte all’interno del loro ambiente lavorativo. Una modalità di condivisione e di partecipazione collettiva specifica per un gruppo che vuole innovare, a partire dal benessere in azienda.
“È un Premio – spiega il presidente di Hdrà, Mauro Luchetti – ma, su prenotazione, anche una mostra aperta ai visitatori, che potranno andare alla scoperta di nuove tendenze del panorama artistico italiano in un contesto suggestivo in cui il contemporaneo dialoga con il classico. Hdrà, del resto, è una realtà in forte crescita che fa proprio della contaminazione tra diverse competenze il suo credo. E perché questo scambio di know how si compia è necessario stimolare e gratificare le persone che tutti giorni lavorano insieme. Lo facciamo attraverso l’arte, ma favorendo anche diverse attività che stimolino la loro interazione. Crediamo che tutto questo possa portare vantaggi concreti”.

 

Matteo Nasini - G.O.A.T. - 2017

 

Sono contenta di essere arrivata uno (Davide Monaldi - G.O.A.T. 2017)
15 Dic

Sono contenta di essere arrivata uno (Davide Monaldi - G.O.A.T. 2017)

L’arte torna protagonista a Palazzo Fiano, splendido edificio quattrocentesco nel cuore di Roma e sede del gruppo Hdrà, che metterà a disposizione le sale di rappresentanza per il progetto a cura di Valentina Ciarallo, in un percorso espositivo con opere di Giovanni De Cataldo, Stanislao Di Giugno, Davide Monaldi, Matteo Nasini e Guendalina Salini.
Obiettivo finale dell’iniziativa è quello di sostenere l’arte contemporanea italiana e costruire, anno dopo anno,  una collezione permanente del gruppo. L’opera che vincerà il Premio “L’Arte che Accadrà 2017” sarà acquistata da Hdrà. A decidere, come lo scorso anno, sarà una giuria composta dai 140 dipendenti che per due mesi saranno a stretto contatto con le opere d’arte all’interno del loro ambiente lavorativo. Una modalità di condivisione e di partecipazione collettiva specifica per un gruppo che vuole innovare, a partire dal benessere in azienda.
“È un Premio – spiega il presidente di Hdrà, Mauro Luchetti – ma, su prenotazione, anche una mostra aperta ai visitatori, che potranno andare alla scoperta di nuove tendenze del panorama artistico italiano in un contesto suggestivo in cui il contemporaneo dialoga con il classico. Hdrà, del resto, è una realtà in forte crescita che fa proprio della contaminazione tra diverse competenze il suo credo. E perché questo scambio di know how si compia è necessario stimolare e gratificare le persone che tutti giorni lavorano insieme. Lo facciamo attraverso l’arte, ma favorendo anche diverse attività che stimolino la loro interazione. Crediamo che tutto questo possa portare vantaggi concreti”.

 

Davide Monaldi - G.O.A.T. - 2017

 

Television is chewing gum for the eyes (Guendalina Salini - Se 2016)
15 Dic

Television is chewing gum for the eyes (Guendalina Salini - Se 2016)

L’arte torna protagonista a Palazzo Fiano, splendido edificio quattrocentesco nel cuore di Roma e sede del gruppo Hdrà, che metterà a disposizione le sale di rappresentanza per il progetto a cura di Valentina Ciarallo, in un percorso espositivo con opere di Giovanni De Cataldo, Stanislao Di Giugno, Davide Monaldi, Matteo Nasini e Guendalina Salini.
Obiettivo finale dell’iniziativa è quello di sostenere l’arte contemporanea italiana e costruire, anno dopo anno,  una collezione permanente del gruppo. L’opera che vincerà il Premio “L’Arte che Accadrà 2017” sarà acquistata da Hdrà. A decidere, come lo scorso anno, sarà una giuria composta dai 140 dipendenti che per due mesi saranno a stretto contatto con le opere d’arte all’interno del loro ambiente lavorativo. Una modalità di condivisione e di partecipazione collettiva specifica per un gruppo che vuole innovare, a partire dal benessere in azienda.
“È un Premio – spiega il presidente di Hdrà, Mauro Luchetti – ma, su prenotazione, anche una mostra aperta ai visitatori, che potranno andare alla scoperta di nuove tendenze del panorama artistico italiano in un contesto suggestivo in cui il contemporaneo dialoga con il classico. Hdrà, del resto, è una realtà in forte crescita che fa proprio della contaminazione tra diverse competenze il suo credo. E perché questo scambio di know how si compia è necessario stimolare e gratificare le persone che tutti giorni lavorano insieme. Lo facciamo attraverso l’arte, ma favorendo anche diverse attività che stimolino la loro interazione. Crediamo che tutto questo possa portare vantaggi concreti”.

 

Guendalina Salini - Se (2016)

 

Chi cerchi trovi (Yona Friedman - Street Museum 2017)
12 Dic

Chi cerchi trovi (Yona Friedman - Street Museum 2017)

Take Me (I’m Yours), allestita per la prima volta nel 1995 alla Serpentine Gallery di Londra, è la mostra collettiva che reinventa le regole con cui si fa esperienza di un’opera d’arte. Rompendo ogni canone, i visitatori sono invitati a compiere tutto quanto è di norma vietato fare in un museo: le opere di oltre 50 artisti si possono toccare, modificare, comprare e perfino prendere gratuitamente. La mostra è anche un progetto che si evolve e si rigenera nel tempo. Accanto alla possibilità di prendere una delle migliaia di copie di ciascuna opera prodotta – e quindi concorrere a svuotare fisicamente lo spazio – il pubblico di “Take Me (I’m Yours)” ne modifica l’aspetto partecipando a performance in cui lo scambio non è necessariamente legato a un oggetto ma piuttosto a un’esperienza, assecondando un’idea di immaterialità che è sempre più presente tanto nell’arte quanto nella vita reale.

Felix Gonzalez-Torres “Untitle (revenge)”, 1991:
Una distesa di caramelle è posta sul pavimento e i visitatori sono invitati a prenderne una, destibilizzando l’installazione. Evidenziando il carattere mutevole e transitorio dell’opera, l’artista riflette sul significato dell’oggetto artistico e sulla possibilità che un’opera trovi la sua modalità di esistenza nella dispersione.
Yona Friedman “Street Museum” 2017:
Il progetto assegna il controllo dell’ambiente urbano alle persone che ci abitano, offrendo ai visitatori uno spazio in cui lasciare oggetti a cui attribuiscono un particolare significato, che diventano a pieno titolo opere d’arte e che altri possono prelevare, trasformando la struttura originale di Friedman.
Chistian Boltanski “Dispersion” 1991/2017:
Dispersion è un’istallazione composta da cumuli di abiti usati che i visitatori possono portare via in borse create dall’artista. Con questo lavoro Boltanski riflette sul concetto stesso di arte e sull’idea di transitorietà, creando un’opera effimera destinata a disperdersi nel corso della mostra.

 

Yona Friedman - Street Museum (2017)

La Venere degli stracci (Christian Boltanski - Dispersion)
11 Dic

La Venere degli stracci (Christian Boltanski - Dispersion)

Take Me (I’m Yours), allestita per la prima volta nel 1995 alla Serpentine Gallery di Londra, è la mostra collettiva che reinventa le regole con cui si fa esperienza di un’opera d’arte. Rompendo ogni canone, i visitatori sono invitati a compiere tutto quanto è di norma vietato fare in un museo: le opere di oltre 50 artisti si possono toccare, modificare, comprare e perfino prendere gratuitamente. La mostra è anche un progetto che si evolve e si rigenera nel tempo. Accanto alla possibilità di prendere una delle migliaia di copie di ciascuna opera prodotta – e quindi concorrere a svuotare fisicamente lo spazio – il pubblico di “Take Me (I’m Yours)” ne modifica l’aspetto partecipando a performance in cui lo scambio non è necessariamente legato a un oggetto ma piuttosto a un’esperienza, assecondando un’idea di immaterialità che è sempre più presente tanto nell’arte quanto nella vita reale.

Felix Gonzalez-Torres “Untitle (revenge)”, 1991:
Una distesa di caramelle è posta sul pavimento e i visitatori sono invitati a prenderne una, destibilizzando l’installazione. Evidenziando il carattere mutevole e transitorio dell’opera, l’artista riflette sul significato dell’oggetto artistico e sulla possibilità che un’opera trovi la sua modalità di esistenza nella dispersione.
Yona Friedman “Street Museum” 2017:
Il progetto assegna il controllo dell’ambiente urbano alle persone che ci abitano, offrendo ai visitatori uno spazio in cui lasciare oggetti a cui attribuiscono un particolare significato, che diventano a pieno titolo opere d’arte e che altri possono prelevare, trasformando la struttura originale di Friedman.
Chistian Boltanski “Dispersion” 1991/2017:
Dispersion è un’istallazione composta da cumuli di abiti usati che i visitatori possono portare via in borse create dall’artista. Con questo lavoro Boltanski riflette sul concetto stesso di arte e sull’idea di transitorietà, creando un’opera effimera destinata a disperdersi nel corso della mostra.

 

Christian Boltanski - Dispersion (1991-2017)

Candy blue fiesta (Feliz Gonzalez Torres - Untitled revenge 1991)
11 Dic

Candy blue fiesta (Feliz Gonzalez Torres - Untitled revenge 1991)

Take Me (I’m Yours), allestita per la prima volta nel 1995 alla Serpentine Gallery di Londra, è la mostra collettiva che reinventa le regole con cui si fa esperienza di un’opera d’arte. Rompendo ogni canone, i visitatori sono invitati a compiere tutto quanto è di norma vietato fare in un museo: le opere di oltre 50 artisti si possono toccare, modificare, comprare e perfino prendere gratuitamente. La mostra è anche un progetto che si evolve e si rigenera nel tempo. Accanto alla possibilità di prendere una delle migliaia di copie di ciascuna opera prodotta – e quindi concorrere a svuotare fisicamente lo spazio – il pubblico di “Take Me (I’m Yours)” ne modifica l’aspetto partecipando a performance in cui lo scambio non è necessariamente legato a un oggetto ma piuttosto a un’esperienza, assecondando un’idea di immaterialità che è sempre più presente tanto nell’arte quanto nella vita reale.

Felix Gonzalez-Torres “Untitle (revenge)”, 1991:
Una distesa di caramelle è posta sul pavimento e i visitatori sono invitati a prenderne una, destibilizzando l’installazione. Evidenziando il carattere mutevole e transitorio dell’opera, l’artista riflette sul significato dell’oggetto artistico e sulla possibilità che un’opera trovi la sua modalità di esistenza nella dispersione.
Yona Friedman “Street Museum” 2017:
Il progetto assegna il controllo dell’ambiente urbano alle persone che ci abitano, offrendo ai visitatori uno spazio in cui lasciare oggetti a cui attribuiscono un particolare significato, che diventano a pieno titolo opere d’arte e che altri possono prelevare, trasformando la struttura originale di Friedman.
Chistian Boltanski “Dispersion” 1991/2017:
Dispersion è un’istallazione composta da cumuli di abiti usati che i visitatori possono portare via in borse create dall’artista. Con questo lavoro Boltanski riflette sul concetto stesso di arte e sull’idea di transitorietà, creando un’opera effimera destinata a disperdersi nel corso della mostra.

 

Feliz Gonzalez Torres - Untitled revenge (1991)

Una splendida neonata (Lucio Fontana - Ambiente spaziale con neon 1967)
05 Dic

Una splendida neonata (Lucio Fontana - Ambiente spaziale con neon 1967)

La mostra “Ambienti/Environments” raccoglie per la prima volta, nello spazio delle Navate dell’Hangar Bicocca a Milano, 9 Ambienti spaziali e 2 interventi ambientali, realizzati da Lucio Fontana tra il 1949 e il 1968 per gallerie e musei italiani e internazionali. La mostra propone un corpus di opere, che mettono in rilievo la forza innovativa e precorritrice di un grande maestro del Novecento.

Uno tra gli artisti italiani più influenti del XX secolo e fondatore dello Spazialismo, gruppo artistico nato in Italia alla fine degli anni ’40. Nel corso della sua carriera ha investigato i concetti di spazio e luce, il vuoto e il cosmo e con il suo lavoro ha radicalmente trasformato la concezione tradizionale di pittura, scultura e spazio, superando la bidimensionalità della tela.
Gli Ambienti spaziali, stanze e corridoi concepiti e progettati dall’artista a partire dalla fine degli anni ’40 e quasi sempre distrutti al termine dell’esposizione, sono le opere più sperimentali e meno note di Fontana, proprio per la loro natura effimera. Alcuni degli ambienti esposti sono stati ricostruiti per la prima volta dalla scomparsa dell’artista grazie allo studio e alle ricerche della storica dell’arte Marina Pugliese e della restauratrice Barbara Ferriani e al contributo della Fondazione Lucio Fontana.

Il visitatore ha l’opportunità di osservare e fruire per la prima volta le opere meno conosciute di Fontana, di riscoprirne l’importanza storica e allo stesso tempo di coglierne la contemporaneità e la forza innovativa attraverso un allestimento inedito.