#SelfieadArte

Voglio una Bellissima tuta spazialista (Paolo Scheggi @ Bellissima)
13 Ott

Voglio una Bellissima tuta spazialista (Paolo Scheggi @ Bellissima)

Alla Villa Reale di Monza fino al 10 gennaio 2016 c’è “Bellissima – L’Italia dell’Alta moda 1945-1968“. Il titolo richiede un’attenzione particolare: non si tratta, infatti, di una mostra sull’alta moda italiana, ma sull’Italia dell’alta moda. Il focus è posto sul nostro paese, nel momento più creativo e produttivo – dagli anni del boom fino a quelli delle grandi lotte sociali – e vuole sottolineare le sinergie e le collaborazioni che in quegli anni intercorrevano tra gli artisti italiani… compresi i grandi sarti.

Ecco quindi che vediamo opere di Lucio Fontana, Getulio Alviani o Paolo Scheggi accanto alle creazioni di grandi sarti italiani con cui questi artisti si ritrovarono – ancor più che a collaborare – in uno stato di complicità; Da Mila Schön a Germana Maruccelli, e poi ancora Valentino, Simonetta, Emilio Schuberth, Fendi, le Sorelle Fontana… e, importantissima, una selezione di gioielli di Bulgari.

La mostra è un ritratto della nostra cultura in un momento di creatività straordinaria, che, in quegli anni, portò l’Italia a primeggiare nell’industria, ma anche nel cinema, nell’arte, nel teatro, nel design, e nella fotografia. E con ognuna di queste storie di crescita, l’alta moda italiana interagiva e cresceva a sua volta. E accompagnava, con la propria inarrestabile ascesa, il miracolo italiano.

Sehr Schön! (Mila Schön vs. Lucio Fontana @ Bellissima)
13 Ott

Sehr Schön! (Mila Schön vs. Lucio Fontana @ Bellissima)

Alla Villa Reale di Monza fino al 10 gennaio 2016 c’è “Bellissima – L’Italia dell’Alta moda 1945-1968“. Il titolo richiede un’attenzione particolare: non si tratta, infatti, di una mostra sull’alta moda italiana, ma sull’Italia dell’alta moda. Il focus è posto sul nostro paese, nel momento più creativo e produttivo – dagli anni del boom fino a quelli delle grandi lotte sociali – e vuole sottolineare le sinergie e le collaborazioni che in quegli anni intercorrevano tra gli artisti italiani… compresi i grandi sarti.

Ecco quindi che vediamo opere di Lucio Fontana, Getulio Alviani o Paolo Scheggi accanto alle creazioni di grandi sarti italiani con cui questi artisti si ritrovarono – ancor più che a collaborare – in uno stato di complicità; Da Mila Schön a Germana Maruccelli, e poi ancora Valentino, Simonetta, Emilio Schuberth, Fendi, le Sorelle Fontana… e, importantissima, una selezione di gioielli di Bulgari.

La mostra è un ritratto della nostra cultura in un momento di creatività straordinaria, che, in quegli anni, portò l’Italia a primeggiare nell’industria, ma anche nel cinema, nell’arte, nel teatro, nel design, e nella fotografia. E con ognuna di queste storie di crescita, l’alta moda italiana interagiva e cresceva a sua volta. E accompagnava, con la propria inarrestabile ascesa, il miracolo italiano.

Luci e linee (Getulio Alviani @ Bellissima)
13 Ott

Luci e linee (Getulio Alviani @ Bellissima)

Alla Villa Reale di Monza fino al 10 gennaio 2016 c’è “Bellissima – L’Italia dell’Alta moda 1945-1968“. Il titolo richiede un’attenzione particolare: non si tratta, infatti, di una mostra sull’alta moda italiana, ma sull’Italia dell’alta moda. Il focus è posto sul nostro paese, nel momento più creativo e produttivo – dagli anni del boom fino a quelli delle grandi lotte sociali – e vuole sottolineare le sinergie e le collaborazioni che in quegli anni intercorrevano tra gli artisti italiani… compresi i grandi sarti.

Ecco quindi che vediamo opere di Lucio Fontana, Getulio Alviani o Paolo Scheggi accanto alle creazioni di grandi sarti italiani con cui questi artisti si ritrovarono – ancor più che a collaborare – in uno stato di complicità; Da Mila Schön a Germana Maruccelli, e poi ancora Valentino, Simonetta, Emilio Schuberth, Fendi, le Sorelle Fontana… e, importantissima, una selezione di gioielli di Bulgari.

La mostra è un ritratto della nostra cultura in un momento di creatività straordinaria, che, in quegli anni, portò l’Italia a primeggiare nell’industria, ma anche nel cinema, nell’arte, nel teatro, nel design, e nella fotografia. E con ognuna di queste storie di crescita, l’alta moda italiana interagiva e cresceva a sua volta. E accompagnava, con la propria inarrestabile ascesa, il miracolo italiano.

"NoNoNo, signorina non si può!" (Nari Ward, Amazing Grace)
21 Set

"NoNoNo, signorina non si può!" (Nari Ward, Amazing Grace)

A Palazzo Reale fino al 15 novembre 2015 è allestita “La Grande Madre“. In uno spazio di circa duemila metri sono esposte le opere d’arte di centoventisette artisti e artiste di fama internazionale. Dalla fata dei cavoli della regista Alice Guy, contemporanea dei fratelli Lumiere, alla donna meccanica di Picabia e dei dadaisti; dalla donna futurista, dapprima essere considerato “inferiore” ed in seguito incitata alla parificazione con la figura virile del maschio alle suffragette, e poi alle loro emule del movimento femminista a cavallo tra gli anni sessanta e settanta, la mostra ci racconta dell’evoluzione della figura femminile nell’arte. E nella società, perché l’arte è segno dei tempi, e negli ultimi cento anni lo è stata più che mai.

 

Nari Ward - Amazing Grace

 

Seni accoglienti (Sarah Lucas, Mumum)
21 Set

Seni accoglienti (Sarah Lucas, Mumum)

A Palazzo Reale fino al 15 novembre 2015 è allestita “La Grande Madre“. In uno spazio di circa duemila metri sono esposte le opere d’arte di centoventisette artisti e artiste di fama internazionale. Dalla fata dei cavoli della regista Alice Guy, contemporanea dei fratelli Lumiere, alla donna meccanica di Picabia e dei dadaisti; dalla donna futurista, dapprima essere considerato “inferiore” ed in seguito incitata alla parificazione con la figura virile del maschio alle suffragette, e poi alle loro emule del movimento femminista a cavallo tra gli anni sessanta e settanta, la mostra ci racconta dell’evoluzione della figura femminile nell’arte. E nella società, perché l’arte è segno dei tempi, e negli ultimi cento anni lo è stata più che mai.

 

Sarah Lucas - Mumum

 

Crystal Ball Girl (Jeff Koons, Baloon Venus)
21 Set

Crystal Ball Girl (Jeff Koons, Baloon Venus)

A Palazzo Reale fino al 15 novembre 2015 è allestita “La Grande Madre“. In uno spazio di circa duemila metri sono esposte le opere d’arte di centoventisette artisti e artiste di fama internazionale. Dalla fata dei cavoli della regista Alice Guy, contemporanea dei fratelli Lumiere, alla donna meccanica di Picabia e dei dadaisti; dalla donna futurista, dapprima essere considerato “inferiore” ed in seguito incitata alla parificazione con la figura virile del maschio alle suffragette, e poi alle loro emule del movimento femminista a cavallo tra gli anni sessanta e settanta, la mostra ci racconta dell’evoluzione della figura femminile nell’arte. E nella società, perché l’arte è segno dei tempi, e negli ultimi cento anni lo è stata più che mai.

 

Jeff Koons - Baloon Venus

 

Everybody's looking for something (Karl Holmqvist @ Positano Franco's Bar)
01 Set

Everybody's looking for something (Karl Holmqvist @ Positano Franco's Bar)

A Positano si va per le vacanze, ci si siede in un bar per bere qualcosa, e può capitare di ritrovarsi circondati – ancora una volta!- da arte. Al Franco’s, infatti, nulla è lasciato al caso, nemmeno… gli specchi dei bagni.

Che sono cosparsi di poesie-graffiti di Karl Holmqvist, artista svedese che vive a Berlino e che definire “poeta” è tanto giusto quanto riduttivo: le sue opere, infatti, abbracciano una molteplicità di mezzi espressivi, e la Parola può trovare la propria collocazione in un libro come in una parete, un monitor o un manifesto.

Il cut-up, sua caratteristica che lo porta da un lato ad esprimere il suo personale flusso emotivo e dall’altro a destrutturare le regole della cultura contemporanea, lo ha portato – in questo caso – ad aggiungere ulteriore musica di sottofondo a quella del bar, scrivendo, scomponendo e ricomponendo in forma dadaista frasi tratte da canzoni di Jay-Z, Eurythmics, Beyoncè ed altri artisti.

Sweet dreams are made of this (Karl Holmqvist @ Positano Franco's Bar)
01 Set

Sweet dreams are made of this (Karl Holmqvist @ Positano Franco's Bar)

A Positano si va per le vacanze, ci si siede in un bar per bere qualcosa, e può capitare di ritrovarsi circondati – ancora una volta!- da arte. Al Franco’s, infatti, nulla è lasciato al caso, nemmeno… gli specchi dei bagni.

Che sono cosparsi di poesie-graffiti di Karl Holmqvist, artista svedese che vive a Berlino e che definire “poeta” è tanto giusto quanto riduttivo: le sue opere, infatti, abbracciano una molteplicità di mezzi espressivi, e la Parola può trovare la propria collocazione in un libro come in una parete, un monitor o un manifesto.

Il cut-up, sua caratteristica che lo porta da un lato ad esprimere il suo personale flusso emotivo e dall’altro a destrutturare le regole della cultura contemporanea, lo ha portato – in questo caso – ad aggiungere ulteriore musica di sottofondo a quella del bar, scrivendo, scomponendo e ricomponendo in forma dadaista frasi tratte da canzoni di Jay-Z, Eurythmics, Beyoncè ed altri artisti.

Niagara (Madonna garbage)
31 Lug

Niagara (Madonna garbage)

Autopsie“, di Bruno Mouron e Pascal Rostain, è una selezione del percorso artistico ormai ventennale dei due celebri paparazzi, che hanno condotto una ricerca dalla forte valenza sociale: le autopsie in questione sono infatti quelle del bidone dei rifiuti delle celebrità, fotografate dai due francesi.

La mostra appare particolarmente significativa per la sua concomitanza con EXPO 2015: la stessa direttrice di Artcurial – che ospita l’esposizione – sottolinea che le fotografie, grazie alla loro carica artistica, esortano il pubblico ad una riflessione sugli scarti prodotti e sugli oggetti che vengono gettati ancora intatti: una specie di “feed the planet” al contrario. E gli scatti sembrano essere anche una sorta di ritratto psicologico che lascia intuire abitudini e manie dei VIP, facendoceli assomigliare molto.

 

Madonna garbage

I wouldn’t expect he’d drink so much. Water. (Mick Jagger garbage)
31 Lug

I wouldn’t expect he’d drink so much. Water. (Mick Jagger garbage)

Autopsie“, di Bruno Mouron e Pascal Rostain, è una selezione del percorso artistico ormai ventennale dei due celebri paparazzi, che hanno condotto una ricerca dalla forte valenza sociale: le autopsie in questione sono infatti quelle del bidone dei rifiuti delle celebrità, fotografate dai due francesi.

La mostra appare particolarmente significativa per la sua concomitanza con EXPO 2015: la stessa direttrice di Artcurial – che ospita l’esposizione – sottolinea che le fotografie, grazie alla loro carica artistica, esortano il pubblico ad una riflessione sugli scarti prodotti e sugli oggetti che vengono gettati ancora intatti: una specie di “feed the planet” al contrario. E gli scatti sembrano essere anche una sorta di ritratto psicologico che lascia intuire abitudini e manie dei VIP, facendoceli assomigliare molto.

 

Mick Jagger garbage