#SelfieadArte

Senza titoletto (Robert Capa in Italia 1943 - 44)
01 Apr

Senza titoletto (Robert Capa in Italia 1943 - 44)

Dopo il successo di Roma, Firenze e Genova arriva allo Spazio Oberdan di Milano la mostra dedicata al grande fotoreporter di guerra Robert Capa, che racconta gli anni della seconda guerra mondiale in Italia.
In collaborazione tra la Città metropolitana di Milano la Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia e il Museo Nazionale Ungherese di Budapest, con il patrocinio del Comune di Milano, la mostra, dal titolo ROBERT CAPA IN ITALIA presenta 78 immagini in bianco e nero scattate nel biennio 1943 – 44.

L'esposizione, curata da Beatrix Lengyel e promossa dal Ministero delle Risorse Umane d'Ungheria e dal Consolato Generale di Ungheria di Milano, ci racconta lo sbarco degli Alleati in Italia attraverso gli occhi di colui che è considerato il padre del fotogiornalismo, che ha saputo guardare da vicino gli eventi, affiancandosi al dolore: "se le tue fotografie non sono all'altezza, non eri abbastanza vicino" diceva Robert Capa.

Le 78 fotografie esposte mostrano una guerra fatta di gente comune, di piccoli paesi ridotti in macerie, di soldati e di civili vittime di una stessa strage, tutto trattato da Capa con la stessa solidarietà che gli permette di fermare la paura, l'attesa, l'attimo prima dello sparo, il riposo, la speranza.

Un viaggio fotografico che dallo sbarco in Sicilia nel 1943 si spinge fino ad Anzio, per arrivare al 1944 e rivelare le tante facce della guerra, abbandonando la retorica per spingersi dentro il cuore del conflitto. Come spiega John Steinbeck "Capa sapeva cosa cercare e cosa farne dopo averlo trovato. Sapeva, ad esempio, che non si può ritrarre la guerra, perchè è soprattutto un'emozione. Ma lui è riuscito a fotografare quell'emozione conoscendola da vicino".

Senza titoletto (Robert Capa in Italia 1943 - 44)
01 Apr

Senza titoletto (Robert Capa in Italia 1943 - 44)

Dopo il successo di Roma, Firenze e Genova arriva allo Spazio Oberdan di Milano la mostra dedicata al grande fotoreporter di guerra Robert Capa, che racconta gli anni della seconda guerra mondiale in Italia.
In collaborazione tra la Città metropolitana di Milano la Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia e il Museo Nazionale Ungherese di Budapest, con il patrocinio del Comune di Milano, la mostra, dal titolo ROBERT CAPA IN ITALIA presenta 78 immagini in bianco e nero scattate nel biennio 1943 – 44.

L'esposizione, curata da Beatrix Lengyel e promossa dal Ministero delle Risorse Umane d'Ungheria e dal Consolato Generale di Ungheria di Milano, ci racconta lo sbarco degli Alleati in Italia attraverso gli occhi di colui che è considerato il padre del fotogiornalismo, che ha saputo guardare da vicino gli eventi, affiancandosi al dolore: "se le tue fotografie non sono all'altezza, non eri abbastanza vicino" diceva Robert Capa.

Le 78 fotografie esposte mostrano una guerra fatta di gente comune, di piccoli paesi ridotti in macerie, di soldati e di civili vittime di una stessa strage, tutto trattato da Capa con la stessa solidarietà che gli permette di fermare la paura, l'attesa, l'attimo prima dello sparo, il riposo, la speranza.

Un viaggio fotografico che dallo sbarco in Sicilia nel 1943 si spinge fino ad Anzio, per arrivare al 1944 e rivelare le tante facce della guerra, abbandonando la retorica per spingersi dentro il cuore del conflitto. Come spiega John Steinbeck "Capa sapeva cosa cercare e cosa farne dopo averlo trovato. Sapeva, ad esempio, che non si può ritrarre la guerra, perchè è soprattutto un'emozione. Ma lui è riuscito a fotografare quell'emozione conoscendola da vicino".

Ho visto una Mostra (McDermott & McGough, Luce Azzurra e Astratta)
17 Mar

Ho visto una Mostra (McDermott & McGough, Luce Azzurra e Astratta)

M77 Gallery è lieta di presentare la mostra Cyan Light And Abstract, personale del duo artistico americano McDermott & McGough. L’esposizione è stata appositamente realizzata per gli spazi della galleria ed è la terza personale dei due artisti in Italia: dopo l’esposizione del 1986 presso la galleria di Lucio Amelio a Napoli e quella del 1996 alla galleria Gian Ferrari, Cyan Light And Abstract riporta per la seconda volta a Milano l’immaginario onirico di David McDermott (Hollywood, California, 1952) e Peter McGough (Syracuse, New York, 1958).

Attraverso opere di fotografia e pittura, la mostra presenta un’ampia panoramica dei lavori dei due artisti, conosciuti al grande pubblico internazionale per la loro ricerca artistica che, pur attraversando diversi mezzi espressivi, dalla fotografia alla pittura, alla scultura, variando tecniche e supporti, si contraddistingue per la costante appropriazione di elementi – immagini e oggetti  - del passato, soprattutto appartenenti alla fine del XIX secolo. Eleganti, sofisticati, eruditi, dal sapore volutamente “dandy” ma senza mai nulla sottrarre alla dimensione di profondità del loro lavoro, McDermott & McGough si incontrano a New York nel 1980. Da allora insieme conducono, nella loro arte così come nella loro stessa vita, una serie di “esperimenti” sul tempo, come si evince dalla retrodatazione delle loro opere in coerenza con la scena rappresentata, riportando alla luce uno stile perduto e affermando la volontà di non far parte del tempo corrente e a venire, cui non riconoscono alcuna bellezza.

La donna che vide due volte (McDermott & McGough, Luce Azzurra e Astratta)
17 Mar

La donna che vide due volte (McDermott & McGough, Luce Azzurra e Astratta)

M77 Gallery è lieta di presentare la mostra Cyan Light And Abstract, personale del duo artistico americano McDermott & McGough. L’esposizione è stata appositamente realizzata per gli spazi della galleria ed è la terza personale dei due artisti in Italia: dopo l’esposizione del 1986 presso la galleria di Lucio Amelio a Napoli e quella del 1996 alla galleria Gian Ferrari, Cyan Light And Abstract riporta per la seconda volta a Milano l’immaginario onirico di David McDermott (Hollywood, California, 1952) e Peter McGough (Syracuse, New York, 1958).

Attraverso opere di fotografia e pittura, la mostra presenta un’ampia panoramica dei lavori dei due artisti, conosciuti al grande pubblico internazionale per la loro ricerca artistica che, pur attraversando diversi mezzi espressivi, dalla fotografia alla pittura, alla scultura, variando tecniche e supporti, si contraddistingue per la costante appropriazione di elementi – immagini e oggetti  - del passato, soprattutto appartenenti alla fine del XIX secolo. Eleganti, sofisticati, eruditi, dal sapore volutamente “dandy” ma senza mai nulla sottrarre alla dimensione di profondità del loro lavoro, McDermott & McGough si incontrano a New York nel 1980. Da allora insieme conducono, nella loro arte così come nella loro stessa vita, una serie di “esperimenti” sul tempo, come si evince dalla retrodatazione delle loro opere in coerenza con la scena rappresentata, riportando alla luce uno stile perduto e affermando la volontà di non far parte del tempo corrente e a venire, cui non riconoscono alcuna bellezza.

I need a Hitchcocktail (McDermott & McGough, Luce Azzurra e Astratta)
17 Mar

I need a Hitchcocktail (McDermott & McGough, Luce Azzurra e Astratta)

M77 Gallery è lieta di presentare la mostra Cyan Light And Abstract, personale del duo artistico americano McDermott & McGough. L’esposizione è stata appositamente realizzata per gli spazi della galleria ed è la terza personale dei due artisti in Italia: dopo l’esposizione del 1986 presso la galleria di Lucio Amelio a Napoli e quella del 1996 alla galleria Gian Ferrari, Cyan Light And Abstract riporta per la seconda volta a Milano l’immaginario onirico di David McDermott (Hollywood, California, 1952) e Peter McGough (Syracuse, New York, 1958).

Attraverso opere di fotografia e pittura, la mostra presenta un’ampia panoramica dei lavori dei due artisti, conosciuti al grande pubblico internazionale per la loro ricerca artistica che, pur attraversando diversi mezzi espressivi, dalla fotografia alla pittura, alla scultura, variando tecniche e supporti, si contraddistingue per la costante appropriazione di elementi – immagini e oggetti  - del passato, soprattutto appartenenti alla fine del XIX secolo. Eleganti, sofisticati, eruditi, dal sapore volutamente “dandy” ma senza mai nulla sottrarre alla dimensione di profondità del loro lavoro, McDermott & McGough si incontrano a New York nel 1980. Da allora insieme conducono, nella loro arte così come nella loro stessa vita, una serie di “esperimenti” sul tempo, come si evince dalla retrodatazione delle loro opere in coerenza con la scena rappresentata, riportando alla luce uno stile perduto e affermando la volontà di non far parte del tempo corrente e a venire, cui non riconoscono alcuna bellezza.

Nuclear mice (Max Papeschi, Just Married)
02 Mar

Nuclear mice (Max Papeschi, Just Married)

La galleria Davico Arte di Torino presenta Je ne Regrette Rien, personale di Max Papeschi.

Esponente di punta della digital-art, Papeschi approda nel mondo dell’arte contemporanea dopo l’esperienza da autore e regista in ambito teatrale, televisivo e cinematografico.

Il suo lavoro politically uncorrect mostra una società globalizzata e consumista, rivelandone i suoi orrori in maniera ironicamente realistica. Dal Topolino Nazista al Ronald McDonald Macellaio, le icone cult perdono il loro effetto tranquillizzante per trasformarsi in un incubo collettivo.

La mostra presenta quaranta pezzi, una selezione dei suoi lavori più famosi e la nuova serie La société du spectacle che vede protagonisti i “grandi” della scena politica, economica e sociale del mondo moderno e contemporaneo vestire i panni delle icone del mondo dello spettacolo.

Je ne Regrette Rien inaugura il 26 febbraio e termina il 28 marzo.

 

Max Papeschi, Just Married

Vedova inconsolabile :( (Alice Olimpia Attanasio, Mickey Mouse Skull)
02 Mar

Vedova inconsolabile :( (Alice Olimpia Attanasio, Mickey Mouse Skull)

La galleria Davico Arte di Torino presenta Je ne Regrette Rien, personale di Max Papeschi.

Esponente di punta della digital-art, Papeschi approda nel mondo dell’arte contemporanea dopo l’esperienza da autore e regista in ambito teatrale, televisivo e cinematografico.

Il suo lavoro politically uncorrect mostra una società globalizzata e consumista, rivelandone i suoi orrori in maniera ironicamente realistica. Dal Topolino Nazista al Ronald McDonald Macellaio, le icone cult perdono il loro effetto tranquillizzante per trasformarsi in un incubo collettivo.

La mostra presenta quaranta pezzi, una selezione dei suoi lavori più famosi e la nuova serie La société du spectacle che vede protagonisti i “grandi” della scena politica, economica e sociale del mondo moderno e contemporaneo vestire i panni delle icone del mondo dello spettacolo.

Je ne Regrette Rien inaugura il 26 febbraio e termina il 28 marzo.

 

Alice Olimpia Attanasio, Mickey Mouse Skull

C'era anch'io (Francesco Sena, Di Mille Rivoli)
05 Feb

C'era anch'io (Francesco Sena, Di Mille Rivoli)

"Visioni Contemporanee. Esperienze di confine tra realtà e immaginazione", ideata e realizzata dall’IGAV Istituto Garuzzo per le Arti Visive e curata da Alessandro Demma, è un’esposizione collettiva che vuole mettere a fuoco alcune delle esperienze più significative dell’arte italiana contemporanea. Una selezione di opere firmate da artisti che appartengono a diverse generazioni: 29 gli artisti scelti tra i venticinque e i cinquant’anni.

Un dialogo tra generazioni, sperimentazioni e vicende che presenta opere realizzate da chi riflette sul presente e sulle possibilità future, che racchiude la storia e la critica della società odierna, i suoi principi e le sue derive, e che attiva “esperienze di confine” tra realtà e immaginazione. Visioni contemporanee è il logos fisico e concettuale dove si intrecciano differenti espressioni dell’arte italiana, la cornice ideale e reale di uno spaccato significativo della cultura artistica del nostro Paese.

 

Francesco Sena, Di Mille Rivoli

Sit'n'Roll (Giancarlo Scagnolari, Roll)
05 Feb

Sit'n'Roll (Giancarlo Scagnolari, Roll)

"Visioni Contemporanee. Esperienze di confine tra realtà e immaginazione", ideata e realizzata dall’IGAV Istituto Garuzzo per le Arti Visive e curata da Alessandro Demma, è un’esposizione collettiva che vuole mettere a fuoco alcune delle esperienze più significative dell’arte italiana contemporanea. Una selezione di opere firmate da artisti che appartengono a diverse generazioni: 29 gli artisti scelti tra i venticinque e i cinquant’anni.

Un dialogo tra generazioni, sperimentazioni e vicende che presenta opere realizzate da chi riflette sul presente e sulle possibilità future, che racchiude la storia e la critica della società odierna, i suoi principi e le sue derive, e che attiva “esperienze di confine” tra realtà e immaginazione. Visioni contemporanee è il logos fisico e concettuale dove si intrecciano differenti espressioni dell’arte italiana, la cornice ideale e reale di uno spaccato significativo della cultura artistica del nostro Paese.

 

Giancarlo Scagnolari, Roll

Nota alta alla Scala (Maura Banfo, Nido)
05 Feb

Nota alta alla Scala (Maura Banfo, Nido)

"Visioni Contemporanee. Esperienze di confine tra realtà e immaginazione", ideata e realizzata dall’IGAV Istituto Garuzzo per le Arti Visive e curata da Alessandro Demma, è un’esposizione collettiva che vuole mettere a fuoco alcune delle esperienze più significative dell’arte italiana contemporanea. Una selezione di opere firmate da artisti che appartengono a diverse generazioni: 29 gli artisti scelti tra i venticinque e i cinquant’anni.

Un dialogo tra generazioni, sperimentazioni e vicende che presenta opere realizzate da chi riflette sul presente e sulle possibilità future, che racchiude la storia e la critica della società odierna, i suoi principi e le sue derive, e che attiva “esperienze di confine” tra realtà e immaginazione. Visioni contemporanee è il logos fisico e concettuale dove si intrecciano differenti espressioni dell’arte italiana, la cornice ideale e reale di uno spaccato significativo della cultura artistica del nostro Paese.

 

Maura Banfo, Nido