#SelfieadArte

Piantata in assi (M. Cerola, L'Ultima Cena vs. E. Drei, Eva e il Serpente)
16 Dic

Piantata in assi (M. Cerola, L'Ultima Cena vs. E. Drei, Eva e il Serpente)

"Time is Out of Joint mette in campo una eterodossia, una disobbedienza, una sovversione così naturale che si potrebbe definire con Jabes “uno dei momenti privilegiati in cui si ristabilisce il nostro equilibrio precario e si configura un incipit. Un punto sorgente e una persistenza che mette fuori gioco qualsiasi certezza cronologica e mette in campo una temporalità plastica che si comporta come il bosone di Higgs, dipende dunque dal nostro sguardo. E con un vero e proprio montaggio, con la parzialità che ogni scelta e ogni selezione porta con sé, a precipitare il tempo storico cronologico, anacronizza passato, presente e futuro, ricostruisce e fa decantare un altro tempo, mentre mette in evidenza intervalli e durate, riprese e contrattempi. Un tempo pieno di faglie, fratture, vuoti, scarti e scatti, che suggerisce molte combinazioni come quelle che Time, senza esitazioni, espone in piena luce.Ci muoviamo nello spazio attraversando le sale e le opere, dove le immagini sono”fisse, in relazione simultanea tra loro, come se fossero prequel e sequel insieme: un cinema al contrario, dove la “fotografia”, la visione ha un ruolo chiave nel cristallizzare e trattenere tensioni così fertili anche nella loro composta presenza. Time dispiega un tempo cinematografico, un racconto, un flusso di memoria, un’anticipazione di quello che verrà e prova ad assomigliarci più di quanto faccia un libro di storia dell’arte.”

[Cristiana Collu, Direttore della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea]

 

Mario Cerola, L'ultima cena (1965)
Ercole Drei, Eva e il serpente (1915)

Un ciclo d'opera (Duchamp, Rue de Bicyclette vs. Rodin, L'Età del Bronzo)
14 Dic

Un ciclo d'opera (Duchamp, Rue de Bicyclette vs. Rodin, L'Età del Bronzo)

Il nuovo assetto della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea è il frutto di mesi di lavori sulle collezioni e sull’edificio realizzato dall’architetto Cesare Bazzani poco più di un secolo fa.

Time is Out of Joint, aperta al pubblico fino al 15 aprile 2018, è un progetto di Cristiana Collu, in collaborazione con Saretto Cincinelli e il Collegio tecnico scientifico della Galleria&Nazionale e conta circa 500 opere, compresi i prestiti esterni provenienti da musei pubblici e collezioni private, e circa 170 artisti.

L’esposizione, il cui titolo cita i versi dell’Amleto di"William Shakespeare “The time is out of joint”, sonda l’elasticità del concetto di tempo, un tempo non lineare, ma stratificato, che sembra porre in atto il dilemma dello storico dell’arte Hans Belting “la fine della storia dell’arte o la libertà dell’arte”.

È, dunque, il definitivo abbandono di qualsiasi linearità storica, per una visione che dispiega, su un piano sincronico, le opere come sedimenti della lunga vita del museo: da Giacomo Balla, Gustav Klimt, Lucio Fontana, Alberto Giacometti a Cristina Lucas, Adrian Paci, Sophie Ristelhueber, per citarne alcuni.

Sostenuta dall’autonomia speciale della riforma del MiBACT, la Galleria Nazionale si propone come luogo di scoperta, aperto alla ricerca e alla contemplazione, e spazio di riflessione sui linguaggi, sulle pratiche espositive e sul ruolo del museo contemporaneo.

 

Marcel Duchamp, Roue de Bicyclette (1964)

Auguste Rodin, L'età del bronzo (1875-1876)

L'Egeo tascabile (P. Pascali, 32mq vs. Canova, Ercole e Lica vs. G. Penone, Spoglia d'Oro su Spine d'Acacia)
14 Dic

L'Egeo tascabile (P. Pascali, 32mq vs. Canova, Ercole e Lica vs. G. Penone, Spoglia d'Oro su Spine d'Acacia)

Il nuovo assetto della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea è il frutto di mesi di lavori sulle collezioni e sull’edificio realizzato dall’architetto Cesare Bazzani poco più di un secolo fa.

Time is Out of Joint, aperta al pubblico fino al 15 aprile 2018, è un progetto di Cristiana Collu, in collaborazione con Saretto Cincinelli e il Collegio tecnico scientifico della Galleria&Nazionale e conta circa 500 opere, compresi i prestiti esterni provenienti da musei pubblici e collezioni private, e circa 170 artisti.

L’esposizione, il cui titolo cita i versi dell’Amleto di"William Shakespeare “The time is out of joint”, sonda l’elasticità del concetto di tempo, un tempo non lineare, ma stratificato, che sembra porre in atto il dilemma dello storico dell’arte Hans Belting “la fine della storia dell’arte o la libertà dell’arte”.

È, dunque, il definitivo abbandono di qualsiasi linearità storica, per una visione che dispiega, su un piano sincronico, le opere come sedimenti della lunga vita del museo: da Giacomo Balla, Gustav Klimt, Lucio Fontana, Alberto Giacometti a Cristina Lucas, Adrian Paci, Sophie Ristelhueber, per citarne alcuni.

Sostenuta dall’autonomia speciale della riforma del MiBACT, la Galleria Nazionale si propone come luogo di scoperta, aperto alla ricerca e alla contemplazione, e spazio di riflessione sui linguaggi, sulle pratiche espositive e sul ruolo del museo contemporaneo.

 

Pino Pascali, 32 mq (1967)

Antonio Canova, Ercole e Lica (1795-1815)

Giuseppe Penone, Spoglia d'oro su spine d'acacia (2002)

Socialismo e barba (Pietro Galli, Giove vs. Warhol, Hammer and Sickle)
14 Dic

Socialismo e barba (Pietro Galli, Giove vs. Warhol, Hammer and Sickle)

Il nuovo assetto della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea è il frutto di mesi di lavori sulle collezioni e sull’edificio realizzato dall’architetto Cesare Bazzani poco più di un secolo fa.

Time is Out of Joint, aperta al pubblico fino al 15 aprile 2018, è un progetto di Cristiana Collu, in collaborazione con Saretto Cincinelli e il Collegio tecnico scientifico della Galleria&Nazionale e conta circa 500 opere, compresi i prestiti esterni provenienti da musei pubblici e collezioni private, e circa 170 artisti.

L’esposizione, il cui titolo cita i versi dell’Amleto di"William Shakespeare “The time is out of joint”, sonda l’elasticità del concetto di tempo, un tempo non lineare, ma stratificato, che sembra porre in atto il dilemma dello storico dell’arte Hans Belting “la fine della storia dell’arte o la libertà dell’arte”.

È, dunque, il definitivo abbandono di qualsiasi linearità storica, per una visione che dispiega, su un piano sincronico, le opere come sedimenti della lunga vita del museo: da Giacomo Balla, Gustav Klimt, Lucio Fontana, Alberto Giacometti a Cristina Lucas, Adrian Paci, Sophie Ristelhueber, per citarne alcuni.

Sostenuta dall’autonomia speciale della riforma del MiBACT, la Galleria Nazionale si propone come luogo di scoperta, aperto alla ricerca e alla contemplazione, e spazio di riflessione sui linguaggi, sulle pratiche espositive e sul ruolo del museo contemporaneo.

 

Pietro Galli, Giove (1838)

Andy Warhol, Hammer and sickle (1977)

Il mondo non è uno spettacolo, ma un'arena di battaglia - Mazzini (A. Pomodoro, Le Battaglie)
07 Dic

Il mondo non è uno spettacolo, ma un'arena di battaglia - Mazzini (A. Pomodoro, Le Battaglie)

Milano festeggia i 90 anni di Arnaldo Pomodoro.

Il cuore dell'evento è una mostra antologica, curata da Ada Masoero in collaborazione con la Fondazione Arnaldo Pomodoro, nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale che racconta il percorso artistico di Arnaldo Pomodoro, dal 1955 ad oggi, attraverso una selezione dei suoi lavori più significativi. In piazzetta Reale è esposto, per la prima volta nella sua totalità, il complesso scultoreo The Pietrarubbia Group, un'opera ambientale iniziata nel 1975 e completata nel 2015.

Alla Triennale di Milano e alla Fondazione Arnaldo Pomodoro sono presentati, attraverso maquettes, disegni e fotografie, quattro progetti "visionari" nei quali la dimensione scultorea dialoga con l'architettura e lo spazio circostante: Carapace, la cantina dele Cantine Lunelli e Bevagna e Moto Terreno Solare per il Simposio di Ninoa a Marsala, il monumento di Pietrarubbia e il progetto del cimitero di Urbino.
La passione di Arnoldo Pomodoro per il teatro è infine documentata attraverso una selezione di 16 modellini di progetti scenici realizzati tra il 1982 e il 2009, esposti nella Sala del Collezionista del Museo Poldi Pezzoli.
Il progetto prevede anche un itinerario artistico guidato nella città che collega le opere presenti nei musei e negli spazi pubblici e privati. Da Piazza Meda con Il Grande Disco a Largo Greppi con Torre a Spirale, fino a un luogo tra i più segreti e affascinanti di Milano, Ingresso nel Labirinto - un ambiente di circa 170 mq - costruito nei sotterranei dell'edificio ex Riva Calzoni di Via Solari 35, già sede espositiva della Fondazione.

 

Arnaldo Pomodoro - Le Battaglie, 1995

La conoscenza parla. La saggezza ascolta - Anonimo (A. Pomodoro, Il Grande Ascolto)
07 Dic

La conoscenza parla. La saggezza ascolta - Anonimo (A. Pomodoro, Il Grande Ascolto)

Milano festeggia i 90 anni di Arnaldo Pomodoro.

Il cuore dell'evento è una mostra antologica, curata da Ada Masoero in collaborazione con la Fondazione Arnaldo Pomodoro, nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale che racconta il percorso artistico di Arnaldo Pomodoro, dal 1955 ad oggi, attraverso una selezione dei suoi lavori più significativi. In piazzetta Reale è esposto, per la prima volta nella sua totalità, il complesso scultoreo The Pietrarubbia Group, un'opera ambientale iniziata nel 1975 e completata nel 2015.

Alla Triennale di Milano e alla Fondazione Arnaldo Pomodoro sono presentati, attraverso maquettes, disegni e fotografie, quattro progetti "visionari" nei quali la dimensione scultorea dialoga con l'architettura e lo spazio circostante: Carapace, la cantina dele Cantine Lunelli e Bevagna e Moto Terreno Solare per il Simposio di Ninoa a Marsala, il monumento di Pietrarubbia e il progetto del cimitero di Urbino.
La passione di Arnoldo Pomodoro per il teatro è infine documentata attraverso una selezione di 16 modellini di progetti scenici realizzati tra il 1982 e il 2009, esposti nella Sala del Collezionista del Museo Poldi Pezzoli.
Il progetto prevede anche un itinerario artistico guidato nella città che collega le opere presenti nei musei e negli spazi pubblici e privati. Da Piazza Meda con Il Grande Disco a Largo Greppi con Torre a Spirale, fino a un luogo tra i più segreti e affascinanti di Milano, Ingresso nel Labirinto - un ambiente di circa 170 mq - costruito nei sotterranei dell'edificio ex Riva Calzoni di Via Solari 35, già sede espositiva della Fondazione.

 

Arnaldo Pomodoro - Il Grande Ascolto, 1967-68

Mai potrai smettere di amare la terra con cui hai condiviso il freddo - Majakovskij (A. Pomodoro, The Pietrarubbia Group)
07 Dic

Mai potrai smettere di amare la terra con cui hai condiviso il freddo - Majakovskij (A. Pomodoro, The Pietrarubbia Group)

Milano festeggia i 90 anni di Arnaldo Pomodoro.

Il cuore dell'evento è una mostra antologica, curata da Ada Masoero in collaborazione con la Fondazione Arnaldo Pomodoro, nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale che racconta il percorso artistico di Arnaldo Pomodoro, dal 1955 ad oggi, attraverso una selezione dei suoi lavori più significativi. In piazzetta Reale è esposto, per la prima volta nella sua totalità, il complesso scultoreo The Pietrarubbia Group, un'opera ambientale iniziata nel 1975 e completata nel 2015.

Alla Triennale di Milano e alla Fondazione Arnaldo Pomodoro sono presentati, attraverso maquettes, disegni e fotografie, quattro progetti "visionari" nei quali la dimensione scultorea dialoga con l'architettura e lo spazio circostante: Carapace, la cantina dele Cantine Lunelli e Bevagna e Moto Terreno Solare per il Simposio di Ninoa a Marsala, il monumento di Pietrarubbia e il progetto del cimitero di Urbino.
La passione di Arnoldo Pomodoro per il teatro è infine documentata attraverso una selezione di 16 modellini di progetti scenici realizzati tra il 1982 e il 2009, esposti nella Sala del Collezionista del Museo Poldi Pezzoli.
Il progetto prevede anche un itinerario artistico guidato nella città che collega le opere presenti nei musei e negli spazi pubblici e privati. Da Piazza Meda con Il Grande Disco a Largo Greppi con Torre a Spirale, fino a un luogo tra i più segreti e affascinanti di Milano, Ingresso nel Labirinto - un ambiente di circa 170 mq - costruito nei sotterranei dell'edificio ex Riva Calzoni di Via Solari 35, già sede espositiva della Fondazione.

 

Arnaldo Pomodoro - The Pietrarubbia Group, 1975-2015 (il rapporto - porte girevoli e combacianti)

La Mente offuscata (TobiasPutrih, Obfuscation)
04 Dic

La Mente offuscata (TobiasPutrih, Obfuscation)

“Slight Agitation” è un progetto espositivo costituito da quattro commissioni site-specific che si succedono dal 20 ottobre 2016 all’interno della Cisterna, uno degli edifici industriali preesistenti che costituiscono la sede di Milano.

Curato dal Thought Council della Fondazione Slight Agitation si sviluppa in quattro fasi successive che vedono la partecipazione di artisti internazionali come Tobias Putrih (Slovenia, 1972).
Il nome del progetto richiama la formula poetica “une légère agitation” con cui lo storico francese Fernand Braudel ha descritto in una sua opera la marea del Mediterraneo. L’espressione è mutuata per indicare interventi di artisti diversi fra loro, sia in termini teorici che pragmatici, chiamati a interferire e dialogare con il contesto spaziale e a imprimere con i loro lavori una nuova tensione creativa all’interno della sede di Milano.

Noto per le sue sculture e installazioni architettoniche che hanno l’aspetto di modelli, prototipi e provvisorie configurazioni di un processo concettuale, spesso critico o utopico, Tobias Putrih realizza il primo intervento di “Slight Agitation”.

I tre ambienti della Cisterna assumono, grazie al suo progetto, tre conformazioni distinte che interrogano le nozioni di gioco, emancipazione e politica: un teatro per una costruzione di mattoni in continua evoluzione, una blind room tattile e una scultura che si trasforma in labirinto.

Nel suo complesso l’intervento di Putrih ha l’aspetto di un gioco da abitare. Nella diverse declinazioni ricorda inizialmente l’innocenza infantile e la sorpresa delle prime scoperte attraverso il gioco, per poi costituire un mondo autonomo in scala reale, legato alla dimensione immaginativa tipica delle esperienze ludiche dell’infanzia. Con questo progetto, l’artista fa esplicito riferimento a molti precedenti storici che si collocano tra arte, architettura e pedagogia sperimentale: dal Kindergarten di Friedrich Fröbel ai cubi di legno di Frank Lloyd Wright, dal Vorkurs, il corso preparatorio per gli aspiranti studenti del Bauhaus ideato da Johannes Itten, ai giochi dada e surrealisti, dalle controculture degli anni Sessanta al World Game sviluppato da Buckminster Fuller.

Con il suo lavoro l’artista esplora i limiti e le possibilità dell’apprendimento attraverso la pratica ludica, trasportando l’esperienza fisica di un gioco a scala reale sul piano politico della negoziazione e analisi dei comportamenti collettivi. Al posto di concepire un meccanismo per un giocatore solitario con regole predefinite, Putrih inventa un ambiente dinamico in costante evoluzione che coinvolge il pubblico, i curatori e l’artista stesso e prevede collaborazione e interazione attiva tra soggetti.

 

Tobias Putrih, Obfuscation (2016)

Entrano nelle fottute pareti! (Tobias Putrih, Recollection)
04 Dic

Entrano nelle fottute pareti! (Tobias Putrih, Recollection)

“Slight Agitation” è un progetto espositivo costituito da quattro commissioni site-specific che si succedono dal 20 ottobre 2016 all’interno della Cisterna, uno degli edifici industriali preesistenti che costituiscono la sede di Milano.

Curato dal Thought Council della Fondazione Slight Agitation si sviluppa in quattro fasi successive che vedono la partecipazione di artisti internazionali come Tobias Putrih (Slovenia, 1972).
Il nome del progetto richiama la formula poetica “une légère agitation” con cui lo storico francese Fernand Braudel ha descritto in una sua opera la marea del Mediterraneo. L’espressione è mutuata per indicare interventi di artisti diversi fra loro, sia in termini teorici che pragmatici, chiamati a interferire e dialogare con il contesto spaziale e a imprimere con i loro lavori una nuova tensione creativa all’interno della sede di Milano.

Noto per le sue sculture e installazioni architettoniche che hanno l’aspetto di modelli, prototipi e provvisorie configurazioni di un processo concettuale, spesso critico o utopico, Tobias Putrih realizza il primo intervento di “Slight Agitation”.

I tre ambienti della Cisterna assumono, grazie al suo progetto, tre conformazioni distinte che interrogano le nozioni di gioco, emancipazione e politica: un teatro per una costruzione di mattoni in continua evoluzione, una blind room tattile e una scultura che si trasforma in labirinto.

Nel suo complesso l’intervento di Putrih ha l’aspetto di un gioco da abitare. Nella diverse declinazioni ricorda inizialmente l’innocenza infantile e la sorpresa delle prime scoperte attraverso il gioco, per poi costituire un mondo autonomo in scala reale, legato alla dimensione immaginativa tipica delle esperienze ludiche dell’infanzia. Con questo progetto, l’artista fa esplicito riferimento a molti precedenti storici che si collocano tra arte, architettura e pedagogia sperimentale: dal Kindergarten di Friedrich Fröbel ai cubi di legno di Frank Lloyd Wright, dal Vorkurs, il corso preparatorio per gli aspiranti studenti del Bauhaus ideato da Johannes Itten, ai giochi dada e surrealisti, dalle controculture degli anni Sessanta al World Game sviluppato da Buckminster Fuller.

Con il suo lavoro l’artista esplora i limiti e le possibilità dell’apprendimento attraverso la pratica ludica, trasportando l’esperienza fisica di un gioco a scala reale sul piano politico della negoziazione e analisi dei comportamenti collettivi. Al posto di concepire un meccanismo per un giocatore solitario con regole predefinite, Putrih inventa un ambiente dinamico in costante evoluzione che coinvolge il pubblico, i curatori e l’artista stesso e prevede collaborazione e interazione attiva tra soggetti.

 

Tobias Putrih, Recollection (2016)

Commedia greca (Tobias Putrih, Exchange)
04 Dic

Commedia greca (Tobias Putrih, Exchange)

“Slight Agitation” è un progetto espositivo costituito da quattro commissioni site-specific che si succedono dal 20 ottobre 2016 all’interno della Cisterna, uno degli edifici industriali preesistenti che costituiscono la sede di Milano.

Curato dal Thought Council della Fondazione Slight Agitation si sviluppa in quattro fasi successive che vedono la partecipazione di artisti internazionali come Tobias Putrih (Slovenia, 1972).
Il nome del progetto richiama la formula poetica “une légère agitation” con cui lo storico francese Fernand Braudel ha descritto in una sua opera la marea del Mediterraneo. L’espressione è mutuata per indicare interventi di artisti diversi fra loro, sia in termini teorici che pragmatici, chiamati a interferire e dialogare con il contesto spaziale e a imprimere con i loro lavori una nuova tensione creativa all’interno della sede di Milano.

Noto per le sue sculture e installazioni architettoniche che hanno l’aspetto di modelli, prototipi e provvisorie configurazioni di un processo concettuale, spesso critico o utopico, Tobias Putrih realizza il primo intervento di “Slight Agitation”.

I tre ambienti della Cisterna assumono, grazie al suo progetto, tre conformazioni distinte che interrogano le nozioni di gioco, emancipazione e politica: un teatro per una costruzione di mattoni in continua evoluzione, una blind room tattile e una scultura che si trasforma in labirinto.

Nel suo complesso l’intervento di Putrih ha l’aspetto di un gioco da abitare. Nella diverse declinazioni ricorda inizialmente l’innocenza infantile e la sorpresa delle prime scoperte attraverso il gioco, per poi costituire un mondo autonomo in scala reale, legato alla dimensione immaginativa tipica delle esperienze ludiche dell’infanzia. Con questo progetto, l’artista fa esplicito riferimento a molti precedenti storici che si collocano tra arte, architettura e pedagogia sperimentale: dal Kindergarten di Friedrich Fröbel ai cubi di legno di Frank Lloyd Wright, dal Vorkurs, il corso preparatorio per gli aspiranti studenti del Bauhaus ideato da Johannes Itten, ai giochi dada e surrealisti, dalle controculture degli anni Sessanta al World Game sviluppato da Buckminster Fuller.

Con il suo lavoro l’artista esplora i limiti e le possibilità dell’apprendimento attraverso la pratica ludica, trasportando l’esperienza fisica di un gioco a scala reale sul piano politico della negoziazione e analisi dei comportamenti collettivi. Al posto di concepire un meccanismo per un giocatore solitario con regole predefinite, Putrih inventa un ambiente dinamico in costante evoluzione che coinvolge il pubblico, i curatori e l’artista stesso e prevede collaborazione e interazione attiva tra soggetti.

 

Tobias Putrih, Exchange (2016)