“Questioning Pictures” è un nuovo progetto espositivo di Stefano Graziani per l’Osservatorio in Galleria Vittorio Emanuele II. La mostra, curata da Francesco Zanot, include un nuovo corpus di opere commissionate dalla Fondazione Prada che esplorano la fotografia come strumento di narrazione, catalogazione e reinterpretazione. Graziani indaga sistemi di archiviazione e conservazione di musei come il Canadian Centre for Architecture (CCA) di Montreal, il Sir John Soane’s Museum di Londra, il Kunstmuseum Basel, il Museum Insel Hombroich di Neuss, il Museo di Castelvecchio a Verona e la gipsoteca del Museo Canova di Possagno, concentrandosi sul rapporto ambivalente tra fotografia e oggetto museale. Il fotografo si muove su un territorio ambiguo: da una parte svolge un lavoro di documentazione di materiali diversi come disegni e modelli architettonici, libri, fotografie e dipinti, dall’altra intraprende un percorso di interpretazione attraverso un uso attento delle luci e degli angoli di ripresa e l’inclusione nei suoi scatti di elementi di disturbo. Le sue fotografie non solo rivelano raccolte museali e archivi a cui solitamente il pubblico non ha accesso, ma li riattivano secondo logiche e prospettive del tutto soggettive. Attraverso un dispositivo allestitivo, concepito dallo studio OFFICE Kersten Geers David Van Severen come un sistema di paraventi colorati e modulabili, disposti sui due livelli dell’Osservatorio, si creano degli accostamenti visivi e semantici inaspettati tra le fotografie e tra gli oggetti rappresentati. Il modello di un edificio di Aldo Rossi è collegato a un disegno di Gordon Matta-Clark, un album fotografico di fine Ottocento su Pompei è accostato a un plastico del Pantheon in mostra al Sir John Soane’s Museum di Londra, un gesso di Antonio Canova conservato a Possagno dialoga con le Tre Grazie di Lucas Cranach esposte al Kunstmuseum Basel e ancora una maquette di un progetto utopico di Cedric Price è associata a un prototipo di tavolo disegnato da Mies van der Rohe. Ciò che unisce questo insieme eterogeneo di oggetti e opere d’arte è il pensiero di Graziani, la cui visione li trasforma in nature morte, disorientanti e inattese.
Stefano Graziani - Antonio Canova Palamede
A oltre trent’anni dalla rassegna del 1983, a Milano alle Gallerie d’Italia, torna Francesco Hayez. La mostra – a cura di Fernando Mazzocca e realizzata in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera, la Pinacoteca di Brera e le Gallerie dell’ Accademia di Venezia – rappresenta la più completa e aggiornata esposizione di sempre sull’artista veneziano, di origine francese e di rinascita – o per meglio dire, “risorgimento” – milanese.
Sono infatti esposte oltre cento opere dell’artista che forse più di ogni altro è stato “il pittore” del risorgimento italiano, e che, insieme a Manzoni e Verdi, rese Milano la capitale morale e culturale di quel particolare periodo storico del nostro paese.
Hayez resterà alle Gallerie d’Italia fino al 21 febbraio 2016.
Antonio Canova, Danzatrice col Dito al Mento, 1809
Il nuovo assetto della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea è il frutto di mesi di lavori sulle collezioni e sull’edificio realizzato dall’architetto Cesare Bazzani poco più di un secolo fa.
Time is Out of Joint, aperta al pubblico fino al 15 aprile 2018, è un progetto di Cristiana Collu, in collaborazione con Saretto Cincinelli e il Collegio tecnico scientifico della Galleria&Nazionale e conta circa 500 opere, compresi i prestiti esterni provenienti da musei pubblici e collezioni private, e circa 170 artisti.
L’esposizione, il cui titolo cita i versi dell’Amleto di"William Shakespeare “The time is out of joint”, sonda l’elasticità del concetto di tempo, un tempo non lineare, ma stratificato, che sembra porre in atto il dilemma dello storico dell’arte Hans Belting “la fine della storia dell’arte o la libertà dell’arte”.
È, dunque, il definitivo abbandono di qualsiasi linearità storica, per una visione che dispiega, su un piano sincronico, le opere come sedimenti della lunga vita del museo: da Giacomo Balla, Gustav Klimt, Lucio Fontana, Alberto Giacometti a Cristina Lucas, Adrian Paci, Sophie Ristelhueber, per citarne alcuni.
Sostenuta dall’autonomia speciale della riforma del MiBACT, la Galleria Nazionale si propone come luogo di scoperta, aperto alla ricerca e alla contemplazione, e spazio di riflessione sui linguaggi, sulle pratiche espositive e sul ruolo del museo contemporaneo.
Pino Pascali, 32 mq (1967)
Antonio Canova, Ercole e Lica (1795-1815)
Giuseppe Penone, Spoglia d'oro su spine d'acacia (2002)