"Scampanata" (Mnemonics - Romania Pavilion)
È aperta al pubblico fino a domenica 25 novembre 2018, ai Giardini e all’Arsenale, la 16. Mostra Internazionale di Architettura dal titolo FREESPACE, a cura di Yvonne Farrell e Shelley McNamara, organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta.
«Con l'obiettivo di promuovere il "desiderio" di architettura» il Presidente Baratta ha spiegato che questa edizione pone al centro dell'attenzione la questione dello spazio, della qualità dello spazio, dello spazio libero e gratuito. Con grande chiarezza si indica il parametro di riferimento fondamentale.
«La volontà di creare FREESPACE può risultare in modo specifico come caratteristica propria di singoli progetti. Ma Space, free space, public space possono anche rivelare la presenza o l'assenza in genere dell’architettura, se intendiamo come architettura il pensiero applicato allo spazio nel quale viviamo e abitiamo.»
La Mostra FREESPACE si articola tra il Padiglione Centrale ai Giardini e l’Arsenale, includendo 71 partecipanti.
«La volontà di creare FREESPACE può risultare in modo specifico come caratteristica propria di singoli progetti. Ma Space, free space, public space possono anche rivelare la presenza o l'assenza in genere dell’architettura, se intendiamo come architettura il pensiero applicato allo spazio nel quale viviamo e abitiamo.»
La Mostra FREESPACE si articola tra il Padiglione Centrale ai Giardini e l’Arsenale, includendo 71 partecipanti.
Romania "Mnemonics"
Mnemonics rimanda alla capacità dello spazio di generare ricordi molto nitidi. La sua proiezione è lo spazio tra i grandi edifici residenziali esistente nelle città rumene. L’immagine iconica è quella dei bambini che vi giocano, creando mondi invisibili perché, a proposito di spazi di creatività e libertà, ricordiamo tutti la nostra ultima, universale, configurazione stabile: l’infanzia. Nell’attuale memoria collettiva, questo crea un immaginario comune che conserva uno spazio libero: amicizie, giochi, eventi. Oggi in Romania lo spazio tra gli edifici produce reazioni differenti nelle diverse comunità, quasi una promessa di scenari futuri relativi alla loro destinazione d’uso; e dal momento che la memoria collettiva definisce un territorio per le generazioni di oggi, Mnemonics poggia su una visione ottimistica di trasformazione. L’approccio scenografico evoca l’essenzialità dello schema di questa particolare area delle città rumene. Invita a scambiarsi i ruoli sul campo di gioco e a riflettere sulla riappropriazione dello spazio.