La prego, si accomodi (Giulio Paolini, Tre per tre - ognuno è l’altro o nessuno)
Le collezioni del MAXXI Arte sono costituite da oltre 400 opere che testimoniano la produzione artistica internazionale, con una particolare attenzione alle esperienze italiane e a quegli artisti stranieri la cui ricerca è legata al contesto italiano.
Il museo dedica in maniera permanente una delle gallerie alle proprie collezioni. Attraverso la presentazione di selezioni ragionate di opere, esposizioni sempre nuove tracciano di volta in volta diversi percorsi tematici alla scoperta della collezione del museo.
Un primo nuovo allestimento, con oltre 30 lavori d’arte (dipinti, sculture, installazioni, video, fotografie) e 21 progetti di architettura (disegni, modelli, fotografie, documenti vari che raccontano la storia di ciascun progetto), presenta la collezione del MAXXI in un percorso espositivo in cui le ricerche degli artisti emergenti dialogano con quelle prodotte, tra gli anni Sessanta e il 2000, da alcuni tra i più significativi artisti italiani e stranieri del periodo, come Alighiero Boetti, Francesco Clemente, William Kentridge, Mario Merz, Gerhard Richter.
L’allestimento, dinamico e immersivo, mette le opere in dialogo tra loro, con gli spazi fluidi di Zaha Hadid e con il pubblico. Attraverso piani e pannelli sospesi che calano dal soffitto e con la creazione di una griglia di nuovi spazi e volumi, il pubblico potrà infatti vivere l’esperienza e l’emozione dell’opera d’arte a 360 gradi, in modo attivo e partecipato.
Giulio Paolini, “Tre per tre (ognuno è l’altro o nessuno” (1998)
L’opera è composta da tre sculture in gesso simili tra loro ma diverse. Paolini traduce tridimensionalmente un’incisione del francese Jean-Baptiste Siméon Chardin L’Etude du dessin del 1748-1749 in cui un artista è intento a copiare una scultura posta su un piedistallodi fronte a sé mentre alle sue spalle una terza figura lo osserva. Nell’installazione una delle tre sculture raffigura l’artista mentre le altre due ne sono una variante priva di carta e matita. Questa moditica cambia l’identità delle due figure che poste, spazialmente in relazione all’artista, ne diventan il modello in posa e lo spettatore esattamente come nell’incisione di Chardin. L’opera riflette sul processo artistico, l’imitazione e il lnguaggio dell’arte, temi centrali nel lavoro di Paolini. Allo stesso tempo la natura installativa dell’opera coinvolge il corpo dello spettatore reale che diventa la quarta figura a aentrare nel gioco della ripetizione proposto dall’artista.