La mostra “17 sculture a colori” di Matteo Negri, l’artista milanese che usa il colore come fondamentale elemento di dialogo tra lo spazio e la forma e ne fa uno strumento di indagine della superficie e delle sue possibilità riflettenti, sarà alla galleria Lorenzelli Arte fino al 27 maggio 2017.
Le sue opere spaziano da installazioni di carattere ambientale, realizzate con specchi speciali e luci teatrali, a sculture in cui vengono impiegati materiali compostiti (resine epossilche, silicone) e acciaio. Curata da Pietro Gaglianò e Ivan Quaroni la rassegna pone l’accento sulla ricerca che Negri ha sviluppato nel tempo creando una propria grammatica formale e una logica linguistica, basata su una solida esperienza artigianale, tecnica e progettuale.
L’artista ha ideato per gli spazi di Lorenzelli Arte due installazioni composte da 17 sculture, così come dice il titolo della rassegna, dove lo spazio e il volume sono sempre protagonisti e si relazionano attraverso il colore che crea connessioni per mezzo di vetri cangianti, acciai, specchi. Mediante la pratica della scultura – che si dilata, espande gli oggetti e capovolge i piani – e il disorientamento percettivo che ne deriva. Negri definisce relazioni, vicine e lontane, simbiotiche ma antagoniste, tra l’ambiente e il suo osservatore.
La sensazione di spaesamento è determinata da una grande istallazione composta da cinque elementi: sculture in ferro e vetro di differenti dimensioni, costituite da lastre ad incastro che, come poliedri che si scompongono e ricompongono, producono innumerevoli riflessioni, rendendo le opere catalizzatori di infinite potenzialità visuali. Attraverso questi elementi installativi, quasi delle “gemme aperte” – afferma Negri – l’osservatore è chiamato in causa, mediante una lenta contemplazione, a determinare se stesso nella relazione con le opere e a ricostruire il rapporto che lo lega allo spazio.
Matteo Negri, Piano Piano Giga - 2017
La mostra “17 sculture a colori” di Matteo Negri, l’artista milanese che usa il colore come fondamentale elemento di dialogo tra lo spazio e la forma e ne fa uno strumento di indagine della superficie e delle sue possibilità riflettenti, sarà alla galleria Lorenzelli Arte fino al 27 maggio 2017.
Le sue opere spaziano da installazioni di carattere ambientale, realizzate con specchi speciali e luci teatrali, a sculture in cui vengono impiegati materiali compostiti (resine epossilche, silicone) e acciaio. Curata da Pietro Gaglianò e Ivan Quaroni la rassegna pone l’accento sulla ricerca che Negri ha sviluppato nel tempo creando una propria grammatica formale e una logica linguistica, basata su una solida esperienza artigianale, tecnica e progettuale.
L’artista ha ideato per gli spazi di Lorenzelli Arte due installazioni composte da 17 sculture, così come dice il titolo della rassegna, dove lo spazio e il volume sono sempre protagonisti e si relazionano attraverso il colore che crea connessioni per mezzo di vetri cangianti, acciai, specchi. Mediante la pratica della scultura – che si dilata, espande gli oggetti e capovolge i piani – e il disorientamento percettivo che ne deriva. Negri definisce relazioni, vicine e lontane, simbiotiche ma antagoniste, tra l’ambiente e il suo osservatore.
La sensazione di spaesamento è determinata da una grande istallazione composta da cinque elementi: sculture in ferro e vetro di differenti dimensioni, costituite da lastre ad incastro che, come poliedri che si scompongono e ricompongono, producono innumerevoli riflessioni, rendendo le opere catalizzatori di infinite potenzialità visuali. Attraverso questi elementi installativi, quasi delle “gemme aperte” – afferma Negri – l’osservatore è chiamato in causa, mediante una lenta contemplazione, a determinare se stesso nella relazione con le opere e a ricostruire il rapporto che lo lega allo spazio.
Matteo Negri, Piano Piano Leila - 2017
La mostra “17 sculture a colori” di Matteo Negri, l’artista milanese che usa il colore come fondamentale elemento di dialogo tra lo spazio e la forma e ne fa uno strumento di indagine della superficie e delle sue possibilità riflettenti, sarà alla galleria Lorenzelli Arte fino al 27 maggio 2017.
Le sue opere spaziano da installazioni di carattere ambientale, realizzate con specchi speciali e luci teatrali, a sculture in cui vengono impiegati materiali compostiti (resine epossilche, silicone) e acciaio. Curata da Pietro Gaglianò e Ivan Quaroni la rassegna pone l’accento sulla ricerca che Negri ha sviluppato nel tempo creando una propria grammatica formale e una logica linguistica, basata su una solida esperienza artigianale, tecnica e progettuale.
L’artista ha ideato per gli spazi di Lorenzelli Arte due installazioni composte da 17 sculture, così come dice il titolo della rassegna, dove lo spazio e il volume sono sempre protagonisti e si relazionano attraverso il colore che crea connessioni per mezzo di vetri cangianti, acciai, specchi. Mediante la pratica della scultura – che si dilata, espande gli oggetti e capovolge i piani – e il disorientamento percettivo che ne deriva. Negri definisce relazioni, vicine e lontane, simbiotiche ma antagoniste, tra l’ambiente e il suo osservatore.
La sensazione di spaesamento è determinata da una grande istallazione composta da cinque elementi: sculture in ferro e vetro di differenti dimensioni, costituite da lastre ad incastro che, come poliedri che si scompongono e ricompongono, producono innumerevoli riflessioni, rendendo le opere catalizzatori di infinite potenzialità visuali. Attraverso questi elementi installativi, quasi delle “gemme aperte” – afferma Negri – l’osservatore è chiamato in causa, mediante una lenta contemplazione, a determinare se stesso nella relazione con le opere e a ricostruire il rapporto che lo lega allo spazio.
Matteo Negri, Piano Piano Morris - 2017