La monumentale installazione Help, l’età della plastica, ideata dall’artista Maria Cristina Finucci, è a Mozia dal 25 settembre all’8 gennaio.
Mozia, l'antica città fenicia situata sull'isola di San Pantaleo, nello stagnone di Marsala, è da tempo candidata come Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco. Questo, grazie alle importanti rovine di epoca fenicia.
Quasi paradossale appare il fatto che, ancora prima di riconoscere il sito siciliano, l'Unesco abbia riconosciuto ben altre rovine: quelle della inciviltà moderna.
È infatti dal 2013 che l'ente delle Nazioni Unite ha riconosciuto il Garbage Patch State: ovvero, l'immensa, simbolica nazione - seconda solo alla Russia per dimensioni - fondata da Maria Cristina Finucci e composta dalle immense chiazze di rifiuti plastici dispersi negli oceani, meglio note come Pacific Trash Vortex.
Ecco quindi che l'architetto Finucci, con la collaborazione della Fondazione Terzo Pilastro - Italia e Mediterraneo e della Fondazione Whitaker (proprietaria dell'isola) propone questa installazione.
5 milioni di tappi di plastica, racchiusi in gabbie metalliche, per un'altezza di 4 metri in uno spazio di 1500 metri quadrati, compongono la parola "HELP".
Un contrasto forte con le rovine fenicie di Mozia. L'obiettivo, va da sé, è quello di continuare a fare riflettere sulla situazione degli oceani, che di anno in anno si fa sempre più drammatica.
E questo "HELP"; questa richiesta di aiuto, si colloca nell’ambito del progetto della Finucci "Wasteland - The Garbage Patch State" diretto da Paola Pardini, che coinvolge organismi internazionali, aziende, fondazioni, associazioni e università, come Roma Tre e l’Università degli Studi di Palermo, che per l'evento di Mozia hanno creato una catena umana di sensibilizzazione per la raccolta dei materiali plastici su vasta scala.
La monumentale installazione Help, l’età della plastica, ideata dall’artista Maria Cristina Finucci, è ospitata dal 25 settembre all’8 gennaio dall’isola di Mozia, situata nello stagnone di Marsala (TP).
L’opera è costituita dall’assemblaggio manuale di 5 milioni di tappi di plastica, racchiusi in gabbie metalliche, per un’altezza di 4 metri in uno spazio di 1500 metri quadrati che compongono la parola “HELP”.
Situata nell’area archeologica, crea un forte contrasto visivo e concettuale tra le millenarie rovine fenice e i resti più diffusi e inquinanti della società contemporanea.
E’ promossa e realizzata dalla Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo in collaborazione con la Fondazione Whitaker, nell’ambito del progetto Wasteland – The Garbage Patch State diretto da Paola Pardini, che si è sviluppato a partire dal 2013 con il coinvolgimento di organismi internazionali, aziende, fondazioni, associazioni, università.
Maria Cristina Finucci utilizza il linguaggio espressivo e radicale dell’arte per sensibilizzare i rappresentanti della società civile sul tema delle Garbage Patch, le enormi isole di plastica che galleggiano negli oceani di tutto il globo. L’ente delle Nazioni Unite ha riconosciuto il Garbage Patch State: ovvero, l’immensa, simbolica nazione – seconda solo alla Russia per dimensioni – fondata da Maria Cristina Finucci e composta dalle immense chiazze di rifiuti plastici dispersi negli oceani, meglio note come Pacific Trash Vortex.
La monumentale installazione Help, l’età della plastica, ideata dall’artista Maria Cristina Finucci, è ospitata dal 25 settembre all’8 gennaio dall’isola di Mozia, situata nello stagnone di Marsala (TP).
L’opera è costituita dall’assemblaggio manuale di 5 milioni di tappi di plastica, racchiusi in gabbie metalliche, per un’altezza di 4 metri in uno spazio di 1500 metri quadrati che compongono la parola “HELP”.
Situata nell’area archeologica, crea un forte contrasto visivo e concettuale tra le millenarie rovine fenice e i resti più diffusi e inquinanti della società contemporanea.
E’ promossa e realizzata dalla Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo in collaborazione con la Fondazione Whitaker, nell’ambito del progetto Wasteland – The Garbage Patch State diretto da Paola Pardini, che si è sviluppato a partire dal 2013 con il coinvolgimento di organismi internazionali, aziende, fondazioni, associazioni, università.
Maria Cristina Finucci utilizza il linguaggio espressivo e radicale dell’arte per sensibilizzare i rappresentanti della società civile sul tema delle Garbage Patch, le enormi isole di plastica che galleggiano negli oceani di tutto il globo. L’ente delle Nazioni Unite ha riconosciuto il Garbage Patch State: ovvero, l’immensa, simbolica nazione – seconda solo alla Russia per dimensioni – fondata da Maria Cristina Finucci e composta dalle immense chiazze di rifiuti plastici dispersi negli oceani, meglio note come Pacific Trash Vortex.
La monumentale installazione Help, l’età della plastica, ideata dall’artista Maria Cristina Finucci, è ospitata dal 25 settembre all’8 gennaio dall’isola di Mozia, situata nello stagnone di Marsala (TP).
L’opera è costituita dall’assemblaggio manuale di 5 milioni di tappi di plastica, racchiusi in gabbie metalliche, per un’altezza di 4 metri in uno spazio di 1500 metri quadrati che compongono la parola “HELP”.
Situata nell’area archeologica, crea un forte contrasto visivo e concettuale tra le millenarie rovine fenice e i resti più diffusi e inquinanti della società contemporanea.
E’ promossa e realizzata dalla Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo in collaborazione con la Fondazione Whitaker, nell’ambito del progetto Wasteland – The Garbage Patch State diretto da Paola Pardini, che si è sviluppato a partire dal 2013 con il coinvolgimento di organismi internazionali, aziende, fondazioni, associazioni, università.
Maria Cristina Finucci utilizza il linguaggio espressivo e radicale dell’arte per sensibilizzare i rappresentanti della società civile sul tema delle Garbage Patch, le enormi isole di plastica che galleggiano negli oceani di tutto il globo. L’ente delle Nazioni Unite ha riconosciuto il Garbage Patch State: ovvero, l’immensa, simbolica nazione – seconda solo alla Russia per dimensioni – fondata da Maria Cristina Finucci e composta dalle immense chiazze di rifiuti plastici dispersi negli oceani, meglio note come Pacific Trash Vortex.