Fino al 28 aprile 2019 al MAXXI “LA STRADA. Dove si crea il mondo” la mostra curata da Hou Hanru insieme allo staff curatoriale e di ricerca del museo, presenta più di 140 artisti e oltre 200 opere per comporre il racconto multiculturale, poliglotta, colorato, spaventoso, stimolante, assordante delle strade di tutto il mondo, il vero grande laboratorio di discussione, creazione, confronto, dove si inventa l’era contemporanea.
Opere d’arte, progetti di architettura, fotografie, performance, interventi site specific e video accolgono il visitatore in una successione di gallerie che formano una strada lunga decine e decine di metri.
Un percorso organizzato per temi – le azioni pubbliche, la vita quotidiana, la politica, la comunità, l’innovazione, il ruolo dell’istituzione – fondamentali per comprendere le nuove funzioni e identità della strada contemporanea. Partendo dalla convinzione che sia il luogo in cui si crea il mondo, lo spazio viene analizzato come manifesto della vita contemporanea, scenario e punto di vista privilegiato dell’esperienza del quotidiano, un paesaggio in cui la comunità creativa e quella cittadina danno vita a una nuova comunità e a un nuovo mondo di creatività urbana.
La strada è analizzata come manifesto in continua mutazione della vita contemporanea, elemento di connessione ma anche di rottura, scenario delle esperienze del quotidiano come i festival di strada, i cinema estemporanei o lo street food.
Adel Abdessemed “Foot on” 2005
I lavori di Adel Abdessemed sono il risultato di una riflessione sulla società contemporanea di cui l’artista evidenzia gli aspetti negativi della globalizzazione, le espressioni della violenza, i danni della guerra. Nelle sue opere, materiali quotidiani e immagini comuni si trasformano in esplicite dichiarazioni artistiche, portatrici di un messaggio di protesta. Il video Foot on focalizza l’attenzione sull’energico movimento di un piede mentre schiaccia una lattina di Coca-Cola, simbolo della società moderna e del consumismo. Il continuo ripetersi del gesto riflette la situazione di impotenza dell’uomo, immortalato sul suo instancabile ma vano tentativo di distruggere il sistema da lui stesso creato e dal quale in breve tempo è stato dominato.