Palazzo Strozzi presenta "Aria", di Tomàs Saraceno
Dal 22 febbraio, a Firenze, Palazzo Strozzi presente Tomàs Saraceno. Aria.
La mostra, a cura di Arturo Galansino, esalta il contesto storico di Palazzo Strozzi, uno dei più belli e imponenti edifici rinascimentali italiani, ponendolo al centro di un dialogo con la visione di Saraceno.
L’artista argentino, pur nel suo essere totalmente moderno e certamente non figurativo, ha qualcosa in comune con i grandi maestri del rinascimento.
Si tratta del superamento dei confini tra le varie discipline del sapere, della curiosità per i fenomeni naturali, scentifici e tecnologici, che coniuga in modo pratico e creativo con la sua espressione artistica. E proprio qui a Palazzo Strozzi, con questa mostra, Saraceno propone un grande cambiamento di prospettiva rispetto al passato.
Il Rinascimento fu l’apogeo della centralità dell’essere umano, che rifioriva, sviluppando le idee dell’umanesimo dopo i secoli bui del medioevo. L’inizio della visione antropocentrica dei tempi moderni, un uomo non più passivo e superstizioso ma osservatore attento; un processo che nel corso dei secoli ha portato il sapere e la tecnologia al grande cambiamento che tuttora viviamo, alla nuova era, definita da Stoermer e Crutzen “Antropocene”.
Un’ epoca in cui questa centralità umana ha preso un tale sopravvento da incidere pesantemente - e purtroppo, a conti fatti, non positivamente - sull’equilibrio del Pianeta.
Secondo Saraceno, è giunto il tempo - finché in tempo siamo - di cambiare. È ora di passare all’Aerocene. Una nuova era geologica incentrata sull’aria, l’elemento più compromesso dall’attività umana. Un elemento che è la reale sede del collegamento, etereo ed eterico, tra noi e gli altri esseri viventi e non viventi, tra l’uomo e il suo micro e macrocosmo, senza alcun limite che non sia quello dell’universo stesso.
I lavori presenti in questa mostra, a partire dall’installazione site specific “Thermodynamic Constellation” presente nel cortile di Palazzo Strozzi fino a tutte quelle, immersive, che ritroviamo all’interno, invitano a cambiare punto di vista sulla realtà, a entrare in connessione con elementi non umani come polvere, ragni, piante.
Saraceno, con queste opere e con la serie delle 33 Arachnomancy Cards, metafore dei legami tra tutto ciò che esiste, attorno alle quali si snoda l’esposizione, vuole aiutarci a prendere coscienza dell’interconnessione tra noi e tutto il resto.
Dall’uomo centrale all’uomo connesso insomma.
Nel tempo in cui il nostro presente sociale si svolge prevalentemente in rete e il nostro futuro prescinde sempre meno dallo sviluppo delle reti neurali, è importante rivolgere l’attenzione alla rete che tutti e tutto realmente collega. In un entanglement che possiamo percepire, e capire, se lo vogliamo.
L’aria di Saraceno potrà essere respirata a Firenze fino al 19 luglio 2020.