Al MUDEC di Milano c’è “Paul Klee. Alle origini dell’arte”
La mostra, promossa dal Comune di Milano-Cultura e da 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE, che ne è anche il produttore, è curata da Michele Dantini e Raffaella Resch e presenta 100 opere dell’autore sul tema del “primitivismo”, provenienti da importanti musei e collezioni private europee.
L’interesse per tutto quanto, in arte, è “selvaggio” e “primitivo” si desta in Klee in coincidenza con il suo primo viaggio in Italia e la scoperta dell’arte paleocristiana a Roma, tra l’autunno del 1901 e la primavera del 1902. Acclamato come "liberatore” dai surrealisti a Parigi, professore osannato dagli studenti del Bauhaus, ispiratore di generazioni di artisti, eppure refrattario a ogni esercizio di scuola e riluttante a ridursi a un unico stile: Klee dedica la propria attività alla
ricerca dell’«origine» dell’arte.
Cinque sono le sezioni in cui viene suddivisa la mostra Dalla “caricatura” al periodo in cui Klee si definisce anche “illustratore cosmico”; a un primitivismo di tipo “epigrafico”, la cui sezionedi riferimento non a caso è intitolata “alfabeti e geroglifiche d’invenzione”. Una sezione è costruita intorno al tema dell’arte extraeuropea e dell’arte dell’infanzia: le origini primordiali dell’arte, infatti - coerentemente con il suo tempo - per Klee sono da ricercarsi in questi ambiti
dove egli indica che sia possibile operare una vera “riforma”.
Una originale re-invenzione del teatrino di marionette che Klee aveva costruito per il figlio Felix, viene posta insieme a una selezione delle opere etnografiche del MUDEC. Infine, la sezione dedicata a “policromie e astrazione” designa un diverso insieme di opere, caratterizzate, oltreché dal rigoroso disegno geometrico per lo più associato a motivi architettonici, dalla trasparenza di differenti velature di colore.
Sono presenti inoltre opere mai viste in Italia ad esempio l’opera “Artista nomade - Manifesto” del 1940 o il dipinto
Roccia artificiale, 1927. L’esposizione rimarrà aperta al pubblico fino al 3 marzo 2019.