Apre il Louvre di Abu Dhabi, primo museo d'arte "universale" del mondo islamico
Dall’11 novembre, l’interculturalità che storicamente caratterizza il museo del Louvre si fa ancor più cosmopolita: apre il Louvre di Abu Dhabi.
Il museo è frutto di un accordo intergovernativo del 2007 tra l’emirato e la Francia volto a sottolineare lo spirito di apertura e dialogo tra le culture già tipico della storica sede parigina, aspetto decisamente enfatizzato per il fatto di rappresentare un unicum (... o forse un apripista?) nel mondo arabo: si tratta, infatti, del primo museo di arte “universale” presente in un Paese islamico. Il meccanismo è quello tipico degli Emirati: utilizzare un brand universalmente conosciuto per far funzionare con successo e in maniera immediata, grazie alle enormi disponibilità finanziarie, una macchina peraltro perfetta dal punto di vista organizzativo e infrastrutturale: le competenze e la storia sono quelle europee, e “Louvre” - ancora più di “Paris St. Germain” è un marchio in grado di creare una Storia anche quando, come in questo caso, il nome sia destinato a una realtà del tutto nuova.
E come il nome Louvre garantisce, il museo sarà caratterizzato da una linea narrativa che andrà dalla preistoria alla contemporaneità, attraverso le 23 gallerie della sua collezione permanente e i prestiti non solo dalla casa madre ma anche da molti altri prestigiosi musei francesi: durante l’anno inaugurale si potranno infatti vedere opere importanti come la Belle Ferroniere di Leonardo del Louvre, una delle 4 Gare Saint-Lazare di Monet, proveniente dal museo d’Orsay come il Pifferaio di Manet, la Natura morta con Magnolia di Matisse del Centro Pompidou, un Mappamondo di Coronelli custodito alla Biblioteca nazionale di Francia, come anche rare opere di arte primitiva provenienti dal Museo du quai Branly.
Com’è tipico delle grandi opere urbane realizzate negli Emirati negli ultimi lustri - da quando, cioè, gli emiri hanno capito che in un non troppo remoto futuro dovranno trovare investimenti alternativi al non rinnovabile petrolio, e hanno scelto di puntare su un turismo attratto da grandeur e lusso - il museo è una capolavoro di architettura e ingegneria: Jean Nouvel , francese ma per nulla nuovo all’integrazione tra Parigi, cultura e Islam avendo passato metà degli anni ottanta a realizzarne la sintesi nell’edificio dell’Istituto del mondo arabo, ha concepito il nuovo Louvre come uno spazio da vivere quotidianamente e non solo come una sede espositiva: ha infatti creato una vera e propria "città-museo" sul mare, con una serie di 55 edifici bianchi contrastanti, ispirati alla Medina, che includono - oltre alle 23 gallerie - uno spazio espositivo temporaneo, un auditorium, un ristorante, un cafè, negozi e un "Museo dei Bambini" volto ad avvicinare - anche tramite un fitto programma di laboratori creativi - i più giovani all’arte e alla cultura transnazionale. Il "Dome", l'edificio centrale, è sorretto - nonostante la mole imponente - unicamente da quattro grandi pilastri e dà per questo l'impressione di galleggiare sull’acqua dell’isolotto (artificiale, com’è consuetudine locale) di Saadiyat: occupa la maggior parte dell'area e rappresenta una struttura maestosa e iconica, i cui pattern geometrici giocano coi raggi di luce creando un effetto cinematico col movimento del sole.
La mostra speciale inaugurale, dal titolo "Da un Louvre all'altro: aprire un museo per tutti" verrà inaugurata il 21 dicembre prossimo, e traccerà la storia del museo parigino in tre sezioni, da quella delle collezioni Reali a quella relativa alla creazione del Louvre moderno. Una storia nel segno della continuità, ma ancora una volta rinnovata e proiettata verso il futuro: per almeno trent'anni, infatti, questa modernissima istituzione potrà fregiarsi dello storico e prestigioso nome del museo della Rive Droite, rendendosi un ponte tra la storia e il futuro, tra civiltà diverse, nel segno della cultura e della concordia.